venerdì 12 aprile 2013

Se avessimo sempre l'ecografo al triage....

Vi ricordate la donna di 89 anni inviata dalla gurdia medica per dolore ipogastrico, tachicardica e ipotesa? Vediamo come è andato a finire il caso di Lorna Pagani....


Siamo arrivati al momento della scelta del codice colore....

Bene, io....prima di assegnare il codice colore, ho avuto la necessità di acquisire ulteriori informazioni!
Sulla base della prima valutazione di triage, in particolare per il dato della Pa, di ciò che aveva scritto il medico di continuità assistenziale sul foglio di invio (“...ipotensione e tachiaritmia, Pa 90/60; FC 120 AR”...), conoscendo il Protocollo di Rose (Rose J.S., Bair A.E., Mandavia D., Kinser D.J. “The UHP Ultrasound Protocol: a novel ultrasound approach to the empiric evaluation of the undifferentiated hypotensive patient” Am J Emerg. Med. 2001 Jul.19(4)299-302) e...sapendo guidare un po’ la Ferrari! (l’ecografo), ho eseguito un’ecografia FAST e aorta addominale.
Ecco le immagini (la FAST era negativa, non globo vescicale).






In realtà non si tratta proprio di un aneurisma dell’aorta, ma di una ectasia  (le linee guida ACEP ed AIUM fissano il limite del diametro massimo a 3 cm - www.ACEP.org “Emergency ultrasound imaging criteria compendium” www.AIUM.org Aium practice guideline for the performance of diagnostic and screening ultrasound examinations of the abdominal aorta in adults), ma....queste sono considerazioni che vanno oltre le mie competenze! A me è bastato quel rilievo ecografico per far scattare il Codice Rosso, anziché il Giallo, come avrebbero suggerito le flow-chart in dotazione (G.F.T. Gruppo Formazione Triage “Triage infermieristico” Terza edizione- McGraw-Hill libri Italia)
A dire il vero, in quel particolare momento della giornata, l’assegnazione di quel codice colore non è servito granché, in quanto il medico si è liberato dall’unico paziente che stava trattando nello stesso momento in cui ho assegnato il codice colore.
Ma il discorso è sempre quello: in una situazione di sovraffollamento (condizione ormai cronica nei PS) l’infermiere che sa integrare alla valutazione tradizionale, strumenti e competenze nuovi e, soprattutto, che sa “evolversi”, credo che possa fornire un servizio migliore riducendo ancora di più ritardi che, in alcuni casi, sono fondamentali per il trattamento definitivo.
E la paziente? Che fine ha fatto?
L’ecografia eseguita dal medico ha confermato i rilievi dell’ecografia eseguita dall’infermiera (oltre ad altre valutazioni prettamente mediche) e già si stava pensando alla TAC addome, quando... cercando e cercando nella vera e propria “enciclopedia” di documentazione sanitaria che accompagnava la signora, abbiamo trovato un accesso di PS di alcuni anni prima, che già documentava la lieve ectasia aortica (invariata rispetto a quella attuale), e la paziente, eseguiti esami ematici, comburtest ed ECG, è stata dimessa con diagnosi di “Verosimile IVU” (ma questo....poco importa).
Una curiosità: sia la prima diagnosi che l’unico “controllo” di quella ectasia dell’aorta, sono state eseguite esclusivamente dal PS.....
Io.....continuo ad andare in Ferrari!


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